Depressione: sintomi, cause e cure

Al giorno d’oggi la parola “depressione” viene utilizzata molto spesso dalla stragrande maggioranza delle persone per descrivere il proprio generale stato di malessere psicologico. Ma si può dire davvero che tutti quelli che si considerano depressi soffrano effettivamente di questo disturbo? In questo articolo entreremo quindi nel merito della depressione, descrivendo i sintomi ad essa connessi. Dunque…

 

…cos’è la depressione?

La depressione è un disturbo psicologico caratterizzato da un insieme eterogeneo di sintomi, tra cui: umore basso (senso di tristezza, abbattimento); perdita di interesse e di piacere; significativa diminuzione o aumento di peso; insonnia o ipersonnia; agitazione, irrequietezza o rallentamento psicomotorio; astenia (senso di mancanza di energia) e facile affaticabilità; sentimenti di autosvalutazione o di colpa eccessivi; riduzione delle capacità di concentramento e decisionali; in casi più gravi, pensieri ricorrenti di morte o suicidio.

Quando questi sintomi si verificano nell’ambito di un periodo circoscritto si parla di Disturbo Depressivo Maggiore, altrimenti, quando le manifestazioni hanno una durata prolungata, con alterazioni dell’umore che durano almeno 2 anni, si parla di Disturbo Depressivo Persistente (distimia).

 

L’insieme dei sintomi che caratterizzano la depressione, può essere classificato secondo le seguenti categorie:

  • sintomi comportamentali, che implicano una modificazione diretta del proprio comportamento come riduzione delle attività ed isolamento;
  • sintomi motivazionali/volitivi, che denotano una riduzione del piacere e della motivazione a fare determinate attività e includono la difficoltà nell’affrontare eventuali problemi;
  • sintomi somatici, come mal di testa, dolori muscolari, irrequietezza, senso di affaticamento, etc.;
  • sintomi emotivi, in cui la persona sperimenta emozioni negative come tristezza, senso di colpa, rabbia, etc.;
  • sintomi cognitivi, che consistono nella comparsa di pensieri automatici negativi relativi a Sè, agli altri e al futuro;
  • sintomi metacognitivi come la ruminazione, cioè una modalità di pensiero che porta la persona a pensare continuativamente al “perché” determinate cose si sono verificate piuttosto che a “come” poterle affrontare. Nei casi più gravi questa può occupare gran parte della giornata rendendo ancora più difficile concentrarsi sulle attività da svolgere.

Tra quelli elencati, la presenza anche di sintomi somatici spiega come mai chi soffre di depressione tende a fare molte visite e ad assumere diverse terapie farmacologiche per cercare di alleviarli. Inoltre, è noto come la depressione peggiori la prognosi e il decorso delle malattie fisiche.

Il disturbo può manifestarsi in modo graduale (tanto che l’individuo potrebbe non rendersi conto dell’emergere della sintomatologia) oppure in modo acuto. L’esordio può verificarsi in qualunque età, con maggiore incidenza nel periodo che va dai 20 ai 50 anni. Tuttavia, la fascia di età più a rischio è quella tra i 35 e i 45 anni e in generale si rileva una maggiore evidenza nel sesso femminile.

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Circa il 15% delle persone manifesta nel corso della propria vita un episodio di depressione e di queste circa il 50% ne avrà un secondo se non ricorre a una terapia. La possibilità che si presentino ulteriori episodi successivi, se non trattatati quelli precedenti, aumentano fino ad arrivare a una probabilità del 90% di averne un quarto, consolidando il disturbo.

 

Conseguenze della depressione

Le conseguenze della depressione sono molto variabili. In caso di una depressione lieve, l’individuo può vivere un generale senso di tristezza e/o mancanza di piacere nel fare le cose, con sensazione di affaticabilità o difficoltà di concentrazioni tali per cui seppur con notevole sforzo riesce a portare a termine almeno alcuni dei suoi compiti quotidiani, lavorativi o personali che siano. In questo caso agli occhi di persone esterne potrebbe anche sembrare che la persona non abbia alcun tipo di problema. Al contrario, in caso di una depressione grave, l’individuo può risultare del tutto inabile a mettere in atto le azioni necessarie alla cura di sé stesso, tanto da passare la maggior parte del tempo nel letto, senza mangiare o lavarsi e senza ricercare la compagnia altrui. Questo incide inevitabilmente sulle relazioni sociali della persona e sul suo lavoro, compromettendone significativamente il benessere. In generale, è importante evidenziare come le difficoltà nel portare avanti semplici azioni quotidiane non siano dovute ad una mancanza di volontà. Spesso invece, chi soffre di depressione si sente imputare dalle persone vicine che il problema è dovuto ad uno scarso impegno. Questo comportamento non fa altro che alimentare sentimenti di inadeguatezza e senso di colpa, rinforzando lo stato depressivo.

 

Le persone che soffrono di depressione possono nei casi più gravi anche andare incontro ad ulteriori importanti conseguenze negative, fra cui la più estrema è rappresentata dal suicidio. Dalle ricerche, infatti, risulta che il 10% della popolazione con Disturbo Depressivo Maggiore prova a togliersi la vita, individuando questo gesto come l’unica via di uscita da una situazione talmente dolorosa da risultare intollerabile.

Un ulteriore aspetto da non sottovalutare è che quando una persona è depressa non è la sola a soffrire. La patologia, infatti, ha conseguenze negative anche sui familiari e/o conviventi del paziente depresso a causa della sintomatologia come irritabilità, lamentosità, insofferenza e chiusura. Inoltre, è stato scientificamente dimostrato che chi vive con una persona affetta da disturbo depressivo viene contagiato dal suo umore, arrivando a parlare e sorridere meno.

 

Quali sono le cause che portano allo sviluppo della depressione?

Nell’insorgenza della depressione giocano un ruolo importante diversi fattori:

  • Fattori genetici e biologici. I primi sono quelli che si trasmettono di generazione in generazione e che rendono la persona più incline a sviluppare la patologia in questione (non si eredita il disturbo ma solo la vulnerabilità); i secondi, invece, consistono nella variazione della regolazione di alcuni neurotrasmettitori come la serotonina e la noradrenalina, responsabili di aspetti come una minore iniziativa, difficoltà nel sonno e maggiore tendenza a pensare in maniera ossessiva alle cose.
  • Fattori ambientali/educativi: rappresentati dal periodo storico, l’ambiente fisico, i modelli culturali e il tipo di educazione che contribuiscono alla crescita dell’individuo.
  • Eventi di vita: si tratta degli avvenimenti negativi più significativi che incidono sul percorso di vita dell’individuo.

 

Come curare la depressione

In ambito psicologico l’approccio cognitivo comportamentale è risultato efficace nel trattamento di questo disturbo. L’obiettivo dell’intervento è quello di migliorare la qualità di vita del paziente, lavorando su più fronti.  In particolare, il terapeuta aiuta il paziente a ritrovare e aumentare il suo senso di efficacia, di utilità e gratificazione nello svolgimento di quelle attività che prima dell’episodio depressivo svolgeva con soddisfazione. Al fine di agevolare questo processo vengono forniti al paziente alcuni strumenti che gli consentono di affrontare e gestire sia i problemi quotidiani, sia i pensieri negativi che egli tende a sviluppare e che comportano un atteggiamento fortemente auto-svalutante.

Nei casi più gravi può rendersi necessario l’utilizzo di terapie farmacologiche su esclusiva valutazione di un medico psichiatra.

 

Per maggiori informazioni:

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