Le fobie specifiche

Acrofobia, aracnofobia, agorafobia, germofobia, cinofbia…cosa hanno in comune? Ok, ovvio, sono tutti tipi di fobie!

Cosa sono le fobie?

Con il termine fobia ci riferiamo a una paura irrazionale e sproporzionata rispetto allo stimolo che la provoca, che può essere un oggetto, un animale o una situazione.

È possibile sviluppare una fobia per tantissime cose, in ogni caso quando ci riferiamo a ciò che la provoca stiamo parlando dello “stimolo fobico” (o situazione fobica).  Sulla base dei diversi stimoli, le fobie, in letteratura, sono state divise in 4 tipi diversi:

1. Animali

In questo caso lo stimolo che genera la fobia nella persona è un animale, come possono essere, per esempio, il cane (cinofobia), gli uccelli (ornitofobia) o i ragni (aracnofobia).

2. Ambiente naturale

Si verifica quando la fobia riguarda situazioni ambientali naturali come la fobia dei temporali (brontofobia), delle altezze (acrofobia) o del buio (scotofobia).

3. Sangue-iniezioni-ferite

Questa categoria è abbastanza circoscritta e riguarda ad esempio la fobia del sangue (emofobia), degli aghi (aichmofobia) o delle siringhe.

Aichmofobia

4. Situazionale

In questo caso la paura è provocata da una situazione specifica, come guidare, volare, prendere l’ascensore, passare sotto un ponte; oppure da luoghi chiusi, come nel caso della claustrofobia, o aperti, come nell’agorafobia.

5. Altro tipo

La fobia nasce a causa di altri stimoli non facenti parte delle categorie precedenti, come: il proprio corpo o una parte di esso o il timore o l’evitamento di situazioni che potrebbero portare a soffocare o contrarre una malattia.

Dismorfofobia

Parola d’ordine…scappare!

Tipicamente, non si riesce ad eliminare la fobia appellandosi alla ragione di chi ne soffre, che spesso è ben consapevole dell’irragionevolezza della paura stessa ma sembra non riuscire ad avervi controllo.

La persona che ha una fobia, di fronte allo stimolo fobico prova una forte angoscia se non un vero e proprio panico. I sintomi che può sperimentare sono molto vari, tra questi abbiamo: tachicardia, extrasistole, nausea, disturbi gastrici, rossore, tremori e diarrea. È facile comprendere come la persona con una fobia vorrà fare solo una cosa di fronte allo stimolo fobico: scappare.

Ma non finisce qui. Generalmente chi soffre di fobia tende a sviluppare anche quella che viene definita ansia anticipatoria, che consiste nel provare lo stesso stato di ansia e angoscia anche al sol pensiero di affrontare lo stimolo fobico. Questo solitamente porta la persona a mettere in atto degli evitamenti, cioè a evitare la situazione temuta. Ma cosa comporta?

Conseguenze di una fobia

Se nel breve termine scappare da una situazione spaventosa, o addirittura evitarla, porta un beneficio attraverso la diminuzione dello stato ansioso del soggetto, a lungo termine non si può dire altrettanto. L’evitamento della situazione fobica infatti non fa altro che confermare la paura del soggetto e non gli permette, invece, di mettere in discussione le credenze relative alla pericolosità di quello specifico stimolo/situazione. In più fa sì che la fobia si generalizzi e venga attivata da altri stimoli fobici simili allo stimolo originario. Se ad esempio io ho paura di un cane è facile che attraverso l’evitamento piano piano sviluppi la fobia anche per altri tipi di animali.

Le persone che non hanno una fobia difficilmente capiranno lo stato di forte ansia e terrore in cui si trova una persona fobica davanti allo stimolo attivante, proprio perché ingiustificata rispetto a questo, ma tenderanno invece a pensare che la persona è “esagerata” o “teatrale”, arrivando inconsapevolmente a far sentire questa persona come inadeguata. Come risultato chi vive con una fobia tenderà a rivelare poco e malvolentieri la propria paura, finendo per isolarsi e vivere un ulteriore senso di frustrazione.


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Come aiutare chi soffre di fobie

Se conosciamo qualcuno con una fobia, quindi, la cosa migliore è non giudicarlo facendolo sentire come inappropriato, ma offrirgli invece la nostra comprensione.

Tutti, più o meno, abbiamo delle fobie in quanto si tratta di un problema abbastanza diffuso. Ma quando la persona deve chiedere aiuto? È consigliabile farlo nel momento in cui la fobia non gli permette di vivere una vita soddisfacente o gliela limita andando a compromettere il suo “funzionamento” e quindi il suo benessere.